Il gesso è il modello preparatorio di una delle due sculture collocate nelle nicchie che fiancheggiano l’accesso al Palazzo dei Canonici, eretto tra il 1824 e il 1826 sul lato sud del Duomo di Santa Maria del Fiore, raffiguranti i due principali architetti della cattedrale: Arnolfo di Cambio e Filippo Brunelleschi. Mentre la statua di Arnolfo (il cui modello si conserva pure nella Galleria dell’Accademia) ritrae l’artista mentre osserva le fondamenta della chiesa, quella di Brunelleschi guarda in alto mentre medita il progetto della cupola.

Le due sculture sancirono il successo del loro autore, Luigi Pampaloni, allievo di Lorenzo Bartolini e di lì a poco professore presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, capace di interpretare due figure fondamentali per la storia patria e per la storia dell’arte italiana in pieno clima romantico e risorgimentale.

Per i lineamenti di Brunelleschi, Pampaloni si era rifatto al ritratto che orna il sepolcro del grande architetto in Santa Maria del Fiore, opera del Buggiano, suo discepolo (1446-1448), mentre la scelta di rappresentare entrambi gli artisti seduti si rifà al modello delle statue dei sepolcri medicei di Michelangelo nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo (1526 – 1534 c.). Le due sculture diventeranno un modello per la grande statuaria dell’Ottocento, che preferirà sempre raffigurare l’uomo di ingegno in posa seduta.

I monumenti ad Arnolfo e a Brunelleschi posti in una pubblica via anticipano di qualche anno il progetto monumentale per le statue del Loggiato degli Uffizi, teso a glorificare gli uomini illustri della patria e al quale prenderà parte lo stesso Pampaloni con la statua di Leonardo da Vinci.