Prigione barbuto

Michelangelo Buonarroti

Scheda tecnica

  • Autore: Michelangelo Buonarroti
  • Data: 1530 – 1534 c.
  • Collezione: SCULTURA
  • Tecnica: Marmo scolpito
  • Dimensioni: h. 263 cm
  • Inventario: Inv. Scult. n. 1081

L'opera

Le quattro sculture “non-finite” dei Prigioni, generalmente datate all’inizio degli anni trenta del Cinquecento, avrebbero dovuto inizialmente decorare il monumento funebre di Papa Giulio II della Rovere per la basilica di San Pietro in Vaticano, simboleggiando i vizi sconfitti dalle virtù.

A seguito del ridimensionamento del grandioso progetto rimasero nello studio di Michelangelo e, alla sua morte, furono donate al Granduca Cosimo I de’ Medici. Questi le collocò nella Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, dove rimasero fino al 1909, quando furono trasferite alla Galleria dell’Accademia ed esposte nel corridoio principale che porta alla Tribuna.

La copiosa barba che gli ricopre il volto battezza il Prigione Barbuto. Delle quattro sculture è la più finita, soprattutto nel modellato del torace dai muscoli ben delineati, che evidenziano l’interesse per lo studio anatomico di Michelangelo. Le gambe possenti sono trattenute da una fascia, elemento che spesso ricorre nell’opera dello scultore fiorentino.

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