18.11.2025
Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello accolgono due nuove sculture in marmo di età classica
Galleria dell’Accademia di Firenze e Musei del Bargello rinnovano e arricchiscono il proprio spazio espositivo con due raffinate sculture in marmo di età classica: l’Apollo citaredo e l’Eroe nudo con corno, provenienti dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Firenze – che le ha concesse in deposito temporaneo nell’ambito un accordo di valorizzazione tra le due Istituzioni autonome del Ministero della Cultura. Le due opere, collocate nelle nicchie delle pareti dell’attuale uscita della Galleria dell’Accademia, sono visibili a partire dal 18 novembre.
Ispirata a un modello del II secolo d.C., la statua dell’Apollo citaredo raffigura il dio della musica e delle arti nell’atto di suonare la cetra; il volto idealizzato mostra labbra dischiuse e uno sguardo estatico, alludendo all’accompagnamento del canto. L’opera, che rielabora elementi della tradizione lisippea con influenze del tardo ellenismo, presenta un’iconografia rara nella scultura a tutto tondo, che trova un confronto significativo solo con un esemplare conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Venezia.
La piccola scultura dell’Eroe nudo con corno, databile tra il I e il II secolo d.C., riprende nella parte antica – corrispondente al torso e alla parte superiore delle gambe – il celebre modello di Eracle ideato da Policleto nella seconda metà del V secolo a.C. In epoca moderna la statua è stata integrata della testa, delle braccia e della base, dando vita alla figura di un giovane eroe cacciatore – forse Meleagro accompagnato dal suo cane.
Le due opere sono state collocate nelle nicchie delle pareti dell’attuale uscita della Galleria dell’Accademia – un ambiente di gusto neoclassico che, in epoca lorenese, costituiva il vestibolo d’ingresso dell’Opificio delle Pietre Dure. Fondato nel 1588 dal granduca Ferdinando I de’ Medici, l’Opificio fu trasferito tra il 1797 e il 1798 nell’attuale sede dell’ex monastero di San Niccolò, in via degli Alfani, per volontà di Ferdinando III Asburgo Lorena – il cui busto, insieme alla relativa epigrafe, è tuttora visibile sopra la porta d’ingress
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