Annunciazione e i santi Caterina d’Alessandria, Antonio Abate, Procolo e Francesco d’Assisi
Lorenzo Monaco
Annunciazione e i santi Caterina d’Alessandria, Antonio Abate, Procolo e Francesco d’Assisi
PITTURA
Scheda tecnica
- Autore: Lorenzo Monaco
- Data: 1410 - 1415 c.
- Collezione: PITTURA
- Tecnica: Tempera e oro su tavola
- Dimensioni: 206 x 232 cm
- Inventario: Inv. 1890 n. 8458
Galleria immagini
L'opera
Pietro di Giovanni, più conosciuto come Lorenzo Monaco, fu attivo a Firenze tra il 1391 e il 1422 come pittore e miniatore. Camaldolese del monastero di Santa Maria degli Angeli, nell’arco della sua vita realizzò molteplici opere per chiese e conventi fiorentini. Questo polittico presenta al centro la scena dell’Annunciazione, sovrastata da un tondo raffigurante Dio Padre benedicente mentre fa discendere la colomba dello Spirito Santo su Maria, ritratta in atteggiamento timoroso di fronte all’improvviso apparire dell’elegantissimo arcangelo Gabriele. Si tratta di una delle versioni più liriche e suggestive del tema nella pittura del tardogotico fiorentino. Ai lati due serie di santi più composti e severi: Caterina d’Alessandria, con in mano la palma del martirio e ai piedi la ruota dentata; Antonio abate, raffigurato con la veste degli ospedalieri, il maialino selvatico e il bastone a forma di Tau; Procolo con il consueto abito da cavaliere e Francesco identificabile dal saio e dalle stimmate.
Il polittico, dopo le soppressioni napoleoniche, fu smembrato in tre parti. Ricomposto in un secondo momento all’interno di una cornice in parte ottocentesca, è privo della predella e dei tondi posti nelle cuspidi. Uno di questi ultimi, raffigurante il Profeta Isaia, è custodito nella collezione Richard L. Feigen di New York.
Tipica di don Lorenzo nel polittico di San Procolo è la tavolozza brillante e variegata, impiegata soprattutto nei raffinati effetti cangianti, e la virtuosistica lavorazione della lamina dorata, come si osserva sul drappo d’onore alle spalle della Vergine, fittamente granito, ombreggiato con lacche e infine decorato da un motivo floreale eseguito a pennello: un effetto analogo a quello del polittico di Monteoliveto (1410), pure esposto alla Galleria dell’Accademia.