Atlante

Michelangelo Buonarroti

Scheda tecnica

  • Autore: Michelangelo Buonarroti
  • Data: 1525 - 1530
  • Collezione: SCULTURA
  • Tecnica: Marmo
  • Dimensioni: h. 277 cm
  • Inventario: Inv. Scult. n. 1080

L'opera

Le quattro sculture “non-finite” dei Prigioni, datate tra il 1519 e il 1534, commissionate originariamente per decorare il grande mausoleo ideato per Papa Giulio II della Rovere, a seguito del ridimensionamento del grandioso progetto, rimasero nello studio di Michelangelo e, alla sua morte, furono donate al Granduca Cosimo I de’ Medici. Questi le collocò nella Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, dove rimasero fino al 1909, quando furono trasferite alla Galleria dell’Accademia ed esposte nel corridoio principale che porta alla Tribuna.

Il Prigione denominato l’Atlante è così chiamato per la posa, che ricorda quella in cui, nella statuaria classica, veniva rappresentato il titano Atlante, che è anch’egli un prigioniero, costretto da Zeus a sorreggere sulle spalle l’intera volta celeste.

Le opere, lasciate non finite, mostrano le tracce degli attrezzi utilizzati da Michelangelo: la subbia, gli scalpelli a pettine, le raspe, le gradine, e il trapano ad arco le cui tracce sono evidenti lungo il perimetro superiore della spalla. Appena sbozzata, la figura, dalla possente muscolatura, appare come intrappolata nel marmo, di cui sono ancora evidenti le facce squadrate del blocco. Nell’angolo superiore emerge della testa solo il volto appena accennato.

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