Venere e Cupido
Jacopo Carucci detto Pontormo
Jacopo Carucci detto Pontormo
PITTURA
Scheda tecnica
- Autore: Jacopo Carucci detto Pontormo
- Data: 1532 - 1533
- Collezione: PITTURA
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensioni: 128 x 194 cm
- Inventario: Inv. 1890 n. 1570
L'opera
Questo dipinto su tavola venne realizzato nel 1533 circa da Jacopo Carucci, detto il Pontormo, ispirandosi ad un cartone preparatorio di Michelangelo Buonarroti, come si può intuire dalle forme scultoree e dalla torsione di Venere che richiama la statua della Notte per la Sagrestia Nuova di San Lorenzo. Il vero nucleo dell’opera è il mito di Venere e Cupido, nonché tema centrale dell’amore secondo la filosofia umanistica. I due personaggi infatti, sono la rappresentazione del contrasto tra l’amore terreno e sensuale, incarnato dal giovane Cupido, e l’amore celeste e spirituale, rappresentato dalla dea Venere, che resta impassibile al bacio di Eros. Gli oggetti contenuti nell’ara – un fantoccio, la faretra con la freccia, i fiori e le maschere – alludono alla caducità delle passioni ed al doppio volto ingannatore dell’amore che tormenta l’anima provocandone la morte, motivo centrale anche delle poesie di Michelangelo.
Come narrato da Vasari nella Vita del Pontormo, l’opera fu ordinata dal mercante e banchiere fiorentino nonché amico del Buonarroti, Bartolomeo Bettini, per adornare una sua camera, che il committente intendeva allestire secondo un programma iconografico forse ispirato al Paradiso dantesco. Il dipinto fu sequestrato dagli emissari del duca Alessandro e portato in Palazzo Vecchio. La prominente nudità di Venere fu precocemente coperta da drappeggi dipinti sul seno e fino a metà coscia, rimossi nel 1852 dal celebre restauratore Ulisse Forni, riportando così il dipinto al suo stato originario.